domenica 31 marzo 2013

Passeggiata pasquale

Pasqua.
Finalmente un'occhiata di sole dopo giorni e giorni di freddo e pioggia, dunque di reclusione forzata anche per via della febbre di Cappuccetto Rosso.
Biancaneve e l'Orco dopo il sontuoso pranzo dai nonni Orchi decidono di fare una passeggiata con i bambini, in questi giorni particolarmente frignoni e irritabili, tutti quanti.
"Dai, andiamo, sono tappati in casa da una settimana, hanno bisogno di uscire un po'"
Dopo tutta la pioggia caduta i parchi sono fangosi e pieni di pozzanghere, praticamente degli acquitrini, così si decide di fare un giro in centro e di prendere la metropolitana ancora fresca di inaugurazione.
Biancaneve si mette al posto di guida mentre l'Orco lega i bambini ai rispettivi seggiolini e si parte per il tragitto di una decina di minuti che separa il Castello dal capolinea della metropolitana; una volta arrivati inizia la prima difficoltà: bisogna fare i biglietti.
Chi non ha a che fare con bambini piccoli si domanderà dove stia la difficoltà nel fare un biglietto della metro una volta superate le scuole elementari; vero, solo che a un certo punto i bambini iniziano a scappare, a nascondersi, ad allontanarsi, a correre di qua e di là noncuranti dei richiami e della folla facendo perdere la trebisonda ai loro genitori. 
Biancaneve e l'Orco sono in due, e loro sono in tre, quindi c'è sempre un bambino che può prendere il largo mentre mamma e papà si occupano degli altri due.
In questa situazione l'Orco sbaglia e prende un biglietto che vale per dieci viaggi, ma della stessa persona, invece del biglietto multipersona: il controllore se ne accorge prima che tutta la famiglia salga sul treno e manda Biancaneve a rifare il biglietto corretto; così l'attesa del secondo treno spazientisce ancora di più i bambini che persistono nel correre qua e là facendo impazzire Biancaneve e l'Orco.
Sul treno è tutto un tripudio di "Stai seduto, stai attaccata, non dare fastidio al signore, non dare calci alla signora, guarda che cadi, stai ferma, decidi se vuoi stare in piedi o seduta ma per carità non continuare a muoverti in questo modo"
Biancaneve e l'Orco sono scesi dalla metropolitana sudati e già un po' stressatini.
E qui comincia il vero incubo.
"Mamma, ma qui ci siamo già stati, non potevamo andare in un altro posto?"
"Mamma, ho sete"
"Mamma mi prendi in braccio ché mi fanno male i piedi?"
"Voglio un gelato!"
"Ma come, Piccolo Orco, abbiamo appena finito di mangiare dai nonni, come è possibile che tu voglia un gelato? per di più era un pranzo luculliano, non posso credere che tu abbia fame"
"Cosa vuol dire luculliano?"
"Vuol dire che c'erano un sacco di pietanze da mangiare"
"Sì, ma il gelato non c'era"
Ogni volta che qualcuno vedeva una fontana, cominciava la tiritera: "Ho sete"
"Tra poco prendiamo una bottiglietta d'acqua"
"Ma io voglio bere dalla fontana"
"Sì, lo so che vorresti bere dalla fontana ma l'acqua non è potabile"
"Cosa vuol dire che non è potabile?"
"Che no si può bere perchè potrebbe non essere pulita"
"Ma allora perchè quel signore con la barba l'ha bevuta?"
"Mamma sono stanca, voglio andare in braccio"dice a un certo punto Pollicina, e si pianta lì, seduta in mezzo al marciapiedi e non va più avanti né indietro"
"Dai, alzati che tra poco mangiamo il gelato"
"Va bene, allora arrivo"
Durante ogni minuto bisogna cercare di convincere il Piccolo Orco a non toccare  proprio qualunque cosa, saracinesche abbassate, terra nei vasi di fiori, cartacce, reperti archeologici, tracce di DNA lasciate da chicchessia, e questa forse è la parte più faticosa.
"Ma qui non c'è neanche una gelateria, papà, te l'avevo detto che dovevamo fermarci prima!" piagnucola il piccolo Orco.
Alla fine, stremati, Biancaneve e l'Orco sono riusciti a guadagnare terreno e a riprendere la metro, dove i bambini hanno fatto nuovi capricci perchè irresistibilmente attratti dalla scala mobile (che funziona solo in salita), ma una volta saliti sul treno si sono seduti e se ne sono stati buoni fino al capolinea.
Scesi dal treno tutta la compagnia è risalita in auto e si è diretta a mangiare il tanto desiderato gelato:
i bambini si sono sporcati tutti, visi, mani, giacche a vento e cappotti.
Ma alla fine non importava, l'importante era lasciare il mondo fuori e rientrare al Castello.
La prossima gita, al parco, anche con la pioggia, le pozzanghere, la neve, l'uragano.
Basta che al parco ci sia una gelateria.


mercoledì 20 marzo 2013

L'altro lato della medaglia

Qualche giorno fa Biancaneve e l'Orco sono andati al colloquio con le maestre dell'asilo di Cappuccetto Rosso.
Cappuccetto Rosso a casa è chiacchierona e anche allegra, ma spesso lagnosa: "Pollicina mi ha preso questo, il Piccolo Orco mi ha preso quell'altro, mi ha tirato i capelli, mi sono fatta male qui, e anche lì, e ora che ci penso anche da quest'altra parte, i piselli non mi piacciono e voi fate sempre i piselli (???), e anche il minestrone, a me piace solo il riso in bianco e non lo fate mai, mi fai le coccole, voglio stare in brazzo, voglio stare in brazzo, vo-glio-sta-re-in-braz-zo!"
Ecco, questi sono dieci minuti con Cappuccetto Rosso.
Incuriositi, al colloquio Biancaneve e l'Orco si presentano in orario, forse anche in lieve anticipo, pronti a sentirsi dire, che sì, è brava, ma che lagna!
Ma aspetta aspetta passa mezz'ora e il teutonico e tutto d'un pezzo Orco, lievemente indispettito e con il cervello fumante decide di andarsene e molla la tollerante Biancaneve su una panchetta dell'asilo in attesa delle maestre, che finalmente aprono la porta e si beccano una Biancaneve tutto sommato sorridente, ma un po' indispettita anche lei.
La maestra Lara e la maestra MariaVittoria parlano a Biancaneve di una bambina sempre allegra, che non si lagna MAI, che non cerca mai le maestre per lamentarsi di chicchessia, che partecipa sempre con gioia ed entusiasmo a qualsiasi attività venga proposta.
Biancaneve pensa: "Non si lamenta mai? non le sgorgano fiumi di lacrime per un dito graffiato? Ma lo sanno che stiamo parlando di Cappuccetto Rosso? Forse mi confondono con un'altra mamma"
"Sì, è molto brava anche con la sua piccola, è responsabile, dirige il suo gruppo di amici come un capo vero, una trascinatrice, senza dare ordini a nessuno lei inventa giochi e storie e tutti la seguono. Un leader, insomma."
Sorprendente.
Biancaneve è uscita dalla porta ancora convinta che le avessero parlato di qualcun altro.


martedì 12 marzo 2013

"Ma Tarzan lo fa...ma Tarzan lo fa!"

Domenica sera, serata tranquilla.
L'Orco non c'è e Biancaneve e i bambini dopo cena iniziano a prepararsi per la notte: le solite cose, sistemare la cameretta, lavare i denti, pannolini, pigiamini, storie e coccole varie.
I bambini grandi sono anche bravi, mettono in ordine e si vestono senza fare troppe scene come accade in certe altre serate; mentre Biancaneve è in bagno a lavare i denti con Pollicina, arriva il Piccolo Orco tutto trafelato: "Mamma, stavolta Cappuccetto Rosso ha combinato un disastro grossissimo!"
Biancaneve non gli dà molto peso perchè ogni cinque minuti uno dei due grandi va a dirle una cosa terribilissima fatta dall'altro.
Solo che improvvisamente sente Cappuccetto Rosso che piange come una disperata.
Allora va in sala, e cosa trova? Il bastone delle tende completamente- completamente!- staccato da un lato, attaccato appena appena dall'altro lato, e quindi penzolante con la sua bella tenda di lino blu e celeste sul pavimento, pieno di calcinacci.
E un delicato, lieve buco nel muro, così lieve che si vedono i mattoni dall'altra parte.
Sotto c'è Cappuccetto Rosso che piange, immobile, con la testa riccioletta piena degli stessi calcinacci che ci sono anche sul pavimento e gli occhi rossi.
Aveva fatto Tarzan con la tenda, salendo sul divano e lanciandosi.
Proprio una bella idea.
Biancaneve fa un respiro profondo, controlla che non si sia fatta male, le sciacqua gli occhi con l'acqua fresca e scrolla via la polvere di cemento dalla sua testa.
Il secondo istinto sarebbe di tirarglielo in testa, quel bastone, ma si trattiene per ovvi motivi, e anche perchè tutto sommato non crede che lo farà un'altra volta.