mercoledì 27 novembre 2013

I bambini poveri

Biancaneve è onnivora, con un debole per i primi piatti, i vegetali e i dolci; non è mai stata qualcuno da convincere a mangiare, perché è nata morta di fame e probabilmente sarà sempre così.
Da piccola, però, aveva una marcata avversione per tre cose: il passato di verdura, il pancotto (una orrenda zuppa fatta appunto di pane ammollato nel brodo e cotto) e la bistecca.
Quando non voleva mangiare qualcosa i Nonni Principi le dicevano: "Pensa ai bambini poveri del Biafra che non hanno neanche da mangiare!".
Biancaneve ricorda che una volta il Nonno Principe si è alzato da tavola ed è uscito di casa dicendo che sarebbe andato a Damasco perchè era stufo dei capricci dell'unicogenita (solo adesso Biancaneve si rende conto che di nascosto deve essersi fatto delle grasse risate fuori dalla porta).
Chissà perché proprio Damasco, poi.
Insomma, questi bambini poveri erano qualcosa di indefinito, qualcuno che sarebbe stato stranamente -agli occhi della piccola Biancaneve- contento di mangiare il pancotto.
In qualche occasione anche alla Biancaneve adulta, come ai Nonni Principi,  viene la tentazione di parlare ai suoi figli dei bambini che davvero non hanno da mangiare, ma poi lascia perdere ritenendola una cosa così lontana da loro da non riuscire neanche ad immaginarla.
Come poi se mangiare i fagiolini al Castello potesse in qualche modo migliorare il BMI dei bambini africani.
L'altroieri Biancaneve e Cappuccetto Rosso sono andate a comprare il pane, e dal panettiere erano esposti degli ombrellini di cioccolato di cui Cappuccetto Rosso è molto golosa, così Biancaneve gliene ha preso uno.
A pochi metri dal panettiere l'ombrellino era già stato divorato e bisognava buttare la carta e l'anima di plastica del dolcetto nel cestino.
C'era un normale cestino della spazzatura di fianco ad un contenitore giallo, di quelli per la raccolta degli indumenti usati da ridistribuire o riutilizzare: Cappuccetto Rosso ovviamente voleva buttare il tutto nel contenitore giallo per poter toccacciare il meccanismo che permette ai sacchi di essere inseriti correttamente nel contenitore, mentre Biancaneve cercava di convincerla che quello che le serviva era il banale cestino della spazzatura.
"Dai, Cappuccetto Rosso, lascia perdere! Questo è il contenitore che serve per dare i vestitini che sono diventati piccoli ai bambini poveri che ne hanno bisogno!"
Cappuccetto Rosso si è fermata guardando attonita Biancaneve: "Mamma, vuoi dire che lì dentro ci sono i bambini poveri? Davvero?"

mercoledì 20 novembre 2013

Un sabato sereno

La scorsa settimana pioveva nei dintorni del Castello, quindi i bambini sono stati in casa più spesso del solito, poche passeggiate, poco parco e tutto il resto.
Sabato mattina finalmente il sole, ma Biancaneve e l'Orco erano proprio pigri e non avevano voglia di imbarcarsi in avventure all'esterno, considerato il fango onnipresente, così hanno optato per una serena mattinata in casa.
Serena.
Certo, sarebbe stata serena se non ci fossero state tre belve assatanate che litigavano e piangevano per qualsiasi cosa purché di scarsa importanza, tipo "stai usando il mio lego" "tu invece hai toccato quel libro che è solo mio", piuttosto che "spostati, quello è il mio posto".
I Nonni Orchi avevano invitato tutti a pranzo, per fortuna, così non c'era da cucinare in quel caos mattutino, ma anche a casa dei Nonni Orchi ci sono state urla beluine, inseguimenti, cadute, anche risate, ma di quelle che alla fine sconfinano nel pianto di qualcuno.
Così alle due e mezza Biancaneve e l'Orco hanno deciso di sfidare il fango e di fare una bella passeggiata alle porte del paese, sotto la collina, su una bella strada poco trafficata che porta ad un santuario.
Tralasciando le lamentele del Piccolo Orco che si sarebbe fatto tagliare una gamba piuttosto che uscire, all'inizio è andato tutto bene (in verità il primo tratto di strada è stato fatto in auto perchè altrimenti la passeggiata sarebbe stata troppo lunga, circa una decina di km).
Purtroppo la strada poco trafficata è poco trafficata sempre, ma evidentemente non al sabato pomeriggio. I bambini si fermavano a guardare gli uccelli, le bacche, le foglie gialle e rosse sugli alberi, tutto quello che offre la natura in un pomeriggio autunnale soleggiato, insomma, rischiando di essere travolti ad ogni piè sospinto.
Ad un certo punto Pollicina è caduta nelle foglie secche perdendo una scarpa, Biancaneve ha sollevato la bambina per rimettergliela, l'Orco ha raccolto la scarpa e con suo grande orrore si è reso conto che era sporca di cacca di cane, che ha generosamente cosparso le mani dell'Orco stesso.
Ve lo immaginate l'Orco con le mani sporche di odorosissima cacca di cane?
E' uno spettacolo vietato ai minori, improperi e insulti verso tutto il mondo animale...
Lungo la strada poi ci sono state baruffe perchè tutti raccoglievano rami da terra, ma nessuno era soddisfatto del suo mentre diventava matto per quello di uno dei fratelli.
"E' mio!"
"No, è mio! Mi è caduto e tu subito ne hai approfittato!"
Eccetera.
Pollicina non aveva fatto il suo consueto pisolino pomeridiano, di cui ha ancora parecchio bisogno, così ad una certa ora è diventata intrattabile, si piantava ululando in mezzo alla strada e non andava più né avanti né indietro.
Il Piccolo Orco ha fatto il diavolo a quattro perchè voleva fermarsi in una pasticceria a mangiare la cioccolata, ma Biancaneve e l'Orco, viste le condizioni di Pollicina, cercavano di svicolare proponendo succulente merende casalinghe.
Alla fine, per placare gli animi infervorati, hanno optato per la pasticceria, e cosa ha ordinato il Piccolo Orco? Un succo di frutta.
Pollicina non riusciva a spiegare quale pasticcino volesse, quello al cioccolato o il bignè, così ha pensato bene di spiegarlo a tutti con inusitata violenza, sdraiata per terra in mezzo al negozio, rotolandosi di qua e di là, giusto nel caso qualcuno non l'avesse sentita.
Alla fine la cameriera porta tutto al tavolo: un tè e un pasticcino per Biancaneve e  l'Orco, un succo di frutta e un cannolo per il Piccolo Orco, una cioccolata con biscotti per le bambine; Cappuccetto Rosso era così attratta dalla teiera calda che ha dovuto toccarla per forza, facendo poi un balzo indietro (visto il calore della teiera) e contemporaneamente rovesciando la sua tazza di cioccolata e sporcando, in ordine sparso: il tavolo, i capelli, la felpa, la giaccavento, i pantaloni, le scarpe da ginnastica, il pile della mamma, i jeans della mamma, le scarpe della mamma.
Bilancio della giornata: tante litigate, tante urla, tante lavatrici.