giovedì 25 settembre 2014

Un mestiere insolito

"Mamma"- esclama Pollicina in un momento di coccole mattutine sul divano, prima che si alzino tutti gli altri."Che classe c'è dopo la prima?"
"La seconda"
"E dopo la seconda?"
"La terza"
"E poi?"
"Poi ci sono la quarta, la quinta, e dopo ancora le medie, che sono tre, e dopo ancora le superiori, che sono cinque"
"E dopo?"
"Dopo c'è l'Università, se vorrai farla. Dipende un po' da cosa vorrai fare da grande. Tu hai già pensato a cosa vorrai fare da grande?
Lei ci pensa. Chiude gli occhi e lascia trasparire una testolina piena di pensieri.
" Sì mamma. Io vorrei fare la regina"

lunedì 15 settembre 2014

Sempre diversi

Bianceneve si stupisce sempre molto di quanto i suoi figli siano diversi,
Tra qualche ora  Cappuccetto Rosso andrà a scuola per la prima volta.
Il primo di tanti giorni, anni a dire il vero,  e lei è pronta, lo aspetta con trepidazione.
Prima di andare al mare è andata a scegliere il suo zaino ed era così contenta che alla sera Biancaneve l'ha trovata addormentata nel letto con il suo zaino nuovo in spalla; qualche giorno fa ha preparato tutto, ha preso il suo zaino nell'armadio, ci ha messo dentro l'astuccio e tutti i quaderni che servono, il temperino, i regoli, scegliendo accuratamente in quale tasca mettere ogni cosa.
Lei è così.
E Biancaneve si è detta che forse non sarà faticosa come suo fratello, che alla fine della seconda non aveva ancora imparato di che colore fosse la copertina del quaderno di matematica, che non aveva idea delle materie da portare nei vari giorni della settimana, che ogni giorno dimenticava qualcosa a casa e qualcosa a scuola, usciva con lo zaino aperto e con le matite messe sì nell'astuccio, ma non infilate negli elastici perchè non faceva in tempo a metterle al loro posto.
Tra qualche ora anche il Piccolo Orco tornerà a scuola, in terza stavolta, e per il primo anno, trascinato della sorella, ha tentato di prepararsi lo zaino. Alla sua maniera, ma ci ha provato.
Chissà. Chissà come andrà, chissà se si aiuteranno a smussare gli angoli, a rendere più piccole le ditanze, ad andarsi incontro nelle difficoltà.
A diventare grandi.


giovedì 4 settembre 2014

Usi alternativi della colla

Il Piccolo Orco è notoriamente un gran pigrone, uno di quelli che necessitano di urla, minacce, lusinghe a seconda dell'occasione prima di uscire di casa.
La nonna Orchessa invece è una nonna instancabile, di quelle che camminano, fanno passeggiate, camminano ancora e poi fanno altre passeggiate.
In questi giorni lavorativi per mamma e papà e Pollicina e ancora vacanzieri per il Piccolo Orco e Cappuccetto Rosso, i due figli maggiori alle 8.30 del mattino vengono consegnati ai Nonni Orchi.
Stamattina, mentre l'Orco diceva al Piccolo Orco di prepararsi per andare di nonni, questi gli chiedeva:
"Papà, ce l'hai un po' di Attak?"
"Sì, dovrebbe esserci in casa, a che cosa ti serve?"
"Lo vorrei portare dai nonni, così se la nonna vuole uscire per una delle sue solite passeggiate io mi incollo alla sedia!"

sabato 30 agosto 2014

Una nuova esperienza

Qualche settimana fa, una Domenica sera tutta la famiglia è andata ad una sagra estiva in un paese vicino. C'erano dei gonfiabili e le bambine hanno fatto su e giù per un bel po', tanto che alla fine erano tutte sudate nonostante la temperatura non fosse proprio estiva.
Scendendo dall'auto l'Orco nota che Pollicina si gratta la testa come una disperata.
"Sarà perchè è accaldata, aspetta che la controlliamo" dice Biancaneve.
Invece, guardando bene da vicino, si vedono dei piccoli animeletti che zampettano allegramente sulla testa di Pollicina.
"Aaaaarghhh! I pidocchi! Nooooo!" esclama Biancaneve schifata e con un certo disappunto.
Il pragmatico Orco senza farsi prendere dal panico che un attimo prima aveva assalito Biancaneve si è messo responsabilmente a controllare la testa biondina del Piccolo Orco e quella riccia di Cappuccetto Rosso: ovviamente ha trovato animaletti anche lì, dopodiché ha iniziato ha grattarsi lui stesso.
Insomma, non so se è così per tutti, ma il solo sentire la parola pidocchi, di solito fa prudere la testa.
Appena entrati in casa è partita la disinfestazione.
Biancaneve ricordava di avere in casa un campione di un olio spray apposito, recuperato chissà dove parecchio tempo prima, nascosto da qualche parte nell'armadietto dei farmaci, visto che al Castello non è mai servito. I bambini non hanno mai avuto i pidocchi, neanche un bambino, e neanche un pidocchio piccolissimo. Nemmeno Biancaneve ha mai avuto i pidocchi. L'Orco, non si sa, ma i suoi ricordi precedenti all'università non sono per niente affidabili, quindi lui non conta.
Eh sì, Biancaneve non ha mai avuto i pidocchi. Non all'asilo, né alle elementari, né alle medie, né in seguito. Fino a domenica sera, quando passandosi i capelli -per fortuna corti- con il pettine a denti fitti ne ha trovato qualcuno.
E da quel momento, dopo qualche attimo di vero sconforto, è arrivato un esercito armato contro i minuscoli insettini.
"Bambini, tutti nella vasca da bagno! Spogliatevi e buttate i vestiti da questa parte, poi entrate nella vasca da bagno che vediamo di far fuori questi pidocchi!"
Così, armati di santa pazienza, Biancaneve e l'Orco hanno spruzzato con questo prodotto oleoso la testa dei bambini, che si sono trovati in tre in piedi nella vasca da bagno, nudi e con la testa unta e bisunta e l'olio che colava da tutte le parti. Il prodotto andava lasciato in posa venti minuti, in cui si sono lamentati tutti e tre moltissimo, senza sapere che il peggio doveva ancora venire.
Il pettine a denti fitti li ha lasciati sconcertati: il Piccolo Orco urlava come se gli stesero strappando le unghie, Cappuccetto Rosso cercava di farsi coraggio frignolando e Pollicina, forte dei suoi capelli corti, è stata la più stoica di tutti.
E poi è cominciata la disinfestazione di tutto il resto: si sono dovuti cambiare quattro letti con annessi e connessi alle dieci di sera: lenzuola, federe, copriletti, pigiami, bambole di pezza, peluches, magliette, felpe, fodere del divano.
Lavatrici su lavatrici. Uno sfinimento.
Dopo qualche giorno gli odiosi animaletti sono ricomparsi, così al Castello ricci e capricci sono stati sostituiti da belle zazzerette corte e pulite. beh, in verità sono scomparsi i ricci, ma i capricci sono restati...

lunedì 28 luglio 2014

Un invito irripetibile

Venerdì mattina Pollicina ha incontrato davanti al Castello i Nonni Principi che stavano per andare ad un funerale.
"Ciao nonno!" esclama Pollicina.
"Ciao Pollicina"
"Ma come sei elegante! Dove stai andando?" continua lei.
"Sto andando al funerale di uno zio della mamma"
"Ah, davvero? Ma ti ha invitato lui?"

lunedì 30 giugno 2014

La scomparsa di Pollicina

Alcuni giorni fa, un tardo pomeriggio, tutta la famiglia era al Castello, ognuno affaccendato per conto suo. I bambini stavano giocando in cameretta, Biancaneve faceva pulizia nell'armadio, l'Orco era in sala a leggere.
Pioveva e c'era quasi buio.
Ad un certo punto l'Orco si è accorto che Pollicina non era in cameretta.
"Bambini, dov'è Pollicina?"
"Non lo so" risponde uno.
"Stava disegnando qui per terra" dice l'altra.
"Pollicina, Pollicina! Dove sei?"
Nessuno risponde.
Nessuno ha visto Pollicina.
Ad un certo punto Biancaneve e l'Orco si erano quasi preoccupati e si sono messi a cercarla seriamente in tutte le stanze.
"In cameretta non c'è, in bagno nemmeno, in cucina non c'è nessuno, dalla finestra non è caduta. Dove sarà finita?!"
Poi qualcuno ha notato un piedino nascosto dietro la tenda in sala. E una bambina che spuntava fuori, metà sotto il tavolo e l'altra metà sotto la sedia, con la testa vicino alla scatola dei pennarelli, con la guancia appoggiata su un foglio mezzo disegnato e con un pennarello in mano.
Si era addormentata per terra mentre stava facendo un disegno.
E dormiva proprio come un sasso, tanto da non sentire le voci di mamma, papà e fratelli che la chiamavano!
Perchè in questi giorni di festeggiamenti e diplomi all'asilo i bambini piccoli non hanno fatto il pisolino e lei di pomeriggio ha ancora bisogno di dormire.
Con il crepuscolo e la pioggia che conciliavano il sonno, si è messa lì e si è addormentata, come un animaletto, come chi per stare bene, in fondo non ha proprio bisogno di molto...



sabato 31 maggio 2014

Il diploma

Cappuccetto Rosso è una grande all'asilo, a settembre andrà a scuola.
Oggi siamo stati alla festa di fine anno con lo spettacolo canoro e la consegna dei diplomi.
Biancaneve è riuscita a conquistare un posticino su una sedia nascosta dopo essere stata spintonata da un'orda di nonni, sì, perchè per trovare un posto davanti devi essere un lottatore di sumo o avere una falcata da Usain Bolt, oppure fregartene e menare i nonni per poter passare.
Dopo l'introduzione della maestra Lara sono entrati a coppie, tutti vestiti di bianco e rosso, cantando "Papaveri e papere"ed altre canzoni.
I piccoli sono sempre un po' impauriti da tutta quella gente, qualcuno si guarda in giro ma la maggior parte tiene gli occhi bassi e farfuglia qualche mezza parola, mentre i mezzani perlopiù partecipano attivamente.
I grandi invece sono proprio grandi, cantano e ballano sereni, si vede che si divertono, percepiscono che la festa è fatta per loro, che l'anno prossimo saranno sui banchi di scuola.
Biancaneve mentre guardava Cappuccetto Rosso, che con la sua testolina riccia spuntava da tutte le altre teste, la rivedeva piccola piccola, quando insieme alla sua prima amica Rebecca ritirava la medaglia al nido, ancora con il pannolino; e poi il primo anno di scuola materna, quando silenziosa con la sua gonnellina a fiori ci cercava tra il pubblico. L'ha rivista orgogliosissima dei suoi lavoretti, dei suoi mille disegni, e contenta delle sue prime relazioni sociali.
E a Biancaneve veniva da piangere, perchè davvero il tempo passa che quasi non te ne accorgi e se qualche volta non ci sei rischi di perdere qualcosa di importante.
Alla fine tutti i grandi, correndo due a due su un tappeto rosso, si sono avvicinati alle maestre per ricevere il loro diploma, con tanto di tocco di cartone, e la nostra Cappuccetto Rosso era lì, sempre per mano alla sua Rebecca.
L'Orco è sempre una roccia, riesce sempre a trovare un lato comico in queste cose, mentre Biancaneve deve sforzarsi per trattenere un fiume di lacrime.
Ma forse questo è un po' il lavoro delle mamme, no?

mercoledì 14 maggio 2014

L'habitat della strega

Una sera qualche tempo fa tutta la famiglia era a cena in un ristorante.
I bambini si erano comportati abbastanza bene, tolte le consuete mani nel piatto del Piccolo Orco e le lamentele di Cappuccetto Rosso.
Ad un certo punto hanno cominciato a brontolare, ad alzarsi, ad alzare la voce, per cui è stata necessaria la fermezza dell'Orco per ristabilire l'ordine.
"Papà? Chi è stata la più brava stasera?"
"Mah, non saprei proprio. Di bravissimo non c'è stato proprio nessuno"
"Ma come no! Io sono stata la più brava di tutti, non mi sono neanche alzata!" protesta l'ultimogenita.
"Eh sì, forse tu saresti stata la più brava se ad un certo punto non avessi lanciato un fusillo nella brocca dell'acqua"
Pollicina ha abbassato la voce. "Papà, ma quella non ero io, era una strega che si è impadronita del mio corpo! Io sono stata bravissima!!!"

mercoledì 16 aprile 2014

Il cervello di Pollicina

Domenica era una bella giornata.
Una giornata perfetta, faceva caldo ma non troppo, cielo sereno con qualche nuvoletta all'orizzonte, parapendii visibili sopra le colline, insomma si stava benissimo e i bambini avevano bisogno di stare un po' all'aperto.
Così Biancaneve e l'Orco hanno pensato di portare i bambini a fare una passeggiata nella campagna intorno al Castello, percorrendo prima un paio di kilometri in auto.
L'uscita di casa è stata un po' tempestosa: chi non voleva mettere i pantaloni, chi non voleva mettere le calze, chi voleva mettere le calze ma solo quelle velate con i pois, chi voleva prendere gli occhiali da sole e chi no, chi voleva la felpa (solo quella di qualcun altro però), chi voleva uscire con un grossissimo peluche in mano, chi voleva prendere la bicicletta, chi il monopattino.
Alla fine tutta la compagnia è partita, ognuno con i suoi pantaloni, la sua felpa, le sue calze e le sue scarpe. Senza peluches, uova di Pasqua e quant'altro.
I bambini in mezzo alla natura stanno bene, si guardano intorno e fanno continue scoperte, imparano i nomi delle piante, studiano fiori e ne raccolgono anche qualcuno, guardano i vari insetti e animali, perché nel percorso incontrano mucche, cavalli, asini e caprette.
Giocano con i pezzi di legno, raccolgono sassi, si rotolano nell'erba, corrono, cantano.
Litigano molto ma molto meno.
Finchè qualcuno non si stanca di camminare.
Pollicina, nella fattispecie.
Qualche volta è capace di scenate drammatiche con urla da macello e lancio di se medesima in mezzo alla strada.
Questa volta però si è molto limitata: ad un certo punto, su un tratto di strada asfaltata vicino ad alcune villette, si è seduta.
Silenziosamente, ma in modo determinato, si è seduta, appoggiando per terra anche il suo mazzolino di fiori rosa.
"Pollicina, non arrivi?"
"Mamma. Sono stanca. Il mio cervello è stanco. Il mio cervello è stufo di camminare, vuole stare seduto"
"Ah ecco. Il tuo cervello vuole stare seduto. Pensi che potrebbe alzarsi per andare a mangiare un gelato?"
"Sì, penso che potrebbe"
Si è alzata, ha ripreso il mazzolino di fiori ed è ripartita.
Poco dopo ha mangiato il suo gelato panna e fragola ed era tutta contenta.
Alla fine la passeggiata è durata 6 kilometri e anche Biancaneve era tutta contenta perché pian piano si avvicina il momento in cui la passeggiata potrà essere a Parigi, o nel Central Park o nel Ladakh o in qualunque posto.





mercoledì 19 marzo 2014

La festa del papà

Oggi era la festa del papà.
L'Orco è andato a prendere a scuola il Piccolo Orco e ad accompagnarlo alla sua seduta settimanale di pratica psicomotoria mentre Biancaneve è andata all'asilo a prendere le bambine, le quali si sono presentate ognuna con un bel lavoretto per il papà.
In auto si parlava dell'amore per il papà.
"Io amo moltissimo il papà, oggi che è la sua festa" comincia Pollicina.
"Anch'io lo amo moltissimo, anche quando non è la sua festa" ribatte Cappuccetto Rosso.
"Io, mamma, lo amo moltissimo oggi, lo amavo moltissimo ieri e lo amo moltissimo anche domani. Lo amo moltissimo sempre. Tu diglielo, che anche quando lui mi sgrida, io lo amo moltissimo sempre"

martedì 18 marzo 2014

Un neologismo molto affettuoso

La scorsa settimana Biancaneve ha portato le bimbe a tagliare i capelli: Cappuccetto Rosso è tornata a casa con una specie di caschetto riccioletto molto simpatico e Pollicina con una bella testina corta corta, che a lei piaceva, ma qualcuno le ha detto che sembra un maschio e da allora va all'asilo con una collanina di legno, "così tutti capiscono che sono una femmina".
"Mamma, ti tagli i capelli anche tu?" diceva nei giorni scorsi a Biancaneve.
Biancaneve stamattina è stata dalla parrucchiera Patrizia, che le ha regalato un taglio di capelli nuovo di zecca (beh, non proprio regalato...).
Un bel taglio primaverile, corto e un po' sbarazzino, allegro, per togliersi dalla testa l'inverno. 
Stasera, tornando a casa dopo il lavoro è stata accolta da una Pollicina festosissima, salterina e sorridente, forse perchè con i suoi capelli corti aveva bisogno di solidarietà:
"Mamma- le ha detto- con questi capelli nuovi sei stuposa!!!"
"Come sono?"
"Stuposa! Un po' stupenda e un po' meravigliosa!"

sabato 8 marzo 2014

Un desiderio di Cappuccetto Rosso

Cappuccetto Rosso ha una fissa per il suo compleanno, per la festa che vuole fare, dove vuole farla, chi vuole invitare eccetera.
E' una cosa che occupa tanto dei suoi pensieri, anche se il suo compleanno è in agosto.
Stamattina infilandosi la felpa mi ha detto: "Mamma? Hai telefonato al Papa per invitarlo alla mia festa?"
Biancaneve ha fatto la faccia da punto interrogativo.
"Come? "
"Sì, non ti ricordi mamma che te l'avevo detto ieri? Gli hai telefonato?"
"No"- pensa Biancaneve. 
Ma considerando quanto questo Papa sia particolare ed affettuoso, forse avrebbe anche potuto farlo.  

venerdì 28 febbraio 2014

Preadolescenza

Cappuccetto Rosso in questi ultimi giorni sta facendo impazzire tutti, mamma e papà, nonni, maestre, tutti quanti.
Perchè, non è dato sapere.
E' agitata, risponde male, piange per qualsiasi cosa.
Davvero, per cose veramente improbabili, tipo che vuole indossare il vestito di Carnevale per andare a letto, non le piace più il cappotto che ha messo tutti i giorni quest'inverno, vuole portare un DVD all'asilo, vuole uscire con l'ombrello quando non piove e via discorrendo.
Ieri sera, a tavola, si è arrabbiata perchè non c'era quello che lei avrebbe desiderato per cena.
"Io vado via"- ha detto ad un certo punto. "Domani mattina invece di andare all'asilo, prendo il mio zaino e il mio giubbino e vado fuori dal cancello"
"E dove vorresti andare tutta sola per la strada?"
"Voglio andare a casa della Sara, dai genitori della Sara, così..."
"Così?"
"Così...beh, non ho ancora proprio deciso. Domani mattina te lo dico se vado via o no."
Biancaneve pensava che l'adolescenza iniziasse a 12-13 anni.
Forse un po' si sbagliava.

giovedì 30 gennaio 2014

Forse è meglio

E' da qualche settimana che il Piccolo Orco è assalito da brutti pensieri, fa molta fatica ad addormentarsi, vuole la ninna nanna, le coccole, ogni scusa è buona per non addormentarsi.
Biancaneve non si spiega questi pensieri negativi, forse è solo una fase e come è venuta passerà, certo che è un peccato che lui non viva serenamente i suoi sette anni.
Due giorni fa è morto il padre di una delle sue maestre, che è assente da alcuni giorni.
"Mamma, anche oggi la maestra Anna era assente"
"Eh sì, ho saputo che è morto il suo papà, è per quello che manca da scuola"
"Davvero? Allora è per quello, non può mica venire a scuola con gli occhi tutti rossi per il tanto piangere, poverina"
"Magari insieme alla maestra Chiara potreste scriverle un biglietto, cosa ne dici?"
"Sì, ho già un'idea su cosa possiamo scrivere: "Cara maestra Anna, capiamo i tuoi sentimenti, ma purtroppo capiterà a tutti..."
"Beh, certo che capiterà a tutti, ma forse in questo momento sarebbe meglio scriverle qualcos'altro, che le siete vicini, che la abbracciate, non credi?"
"Sì, forse è meglio non ricordarglielo che dobbiamo morire tutti"
Sì, ecco, forse è meglio.

mercoledì 15 gennaio 2014

Pensieri da Piccolo Orco

Da quando aveva sei mesi circa, il Piccolo Orco di notte dorme come un sasso, a parte eventi febbrili o malattie varie.
Adesso che è diventato un grande lettore, alla sera va a letto, legge  un po', poi quando ha sonno spegne la luce e si addormenta.
Da un paio di settimane invece fa fatica a prendere sonno, si sveglia durante la notte piangendo.
"Cosa succede Piccolo Orco?"
"Ho fatto un brutto sogno. Ho sognato che mi sparavano con una pistola e che morivo"
"Oh mamma che brutto sogno. Per caso vorresti venire nel lettone?"
"Sì"
Il Piccolo Orco ha dormito nel lettone forse cinque volte in sette anni, ma quella notte proprio non era tranquillo, e si è girato e rigirato dalle quattro e mezza fino al mattino senza più riaddormentarsi.
Qualche giorno dopo si è svegliato verso le undici di sera, sempre piangendo.
"Mamma, ho sognato ancora di morire, stavolta stavo annegando in un fiume".
E via con le coccole a profusione finchè non si è riaddormentato, stavolta nel suo letto.
La sera successiva mentre lavava i denti insieme alla mamma, ha affrontato questo discorso:
"Mamma. "
"Dimmi"
"Volevo dirti una cosa. A me questa cosa che tutti devono morire, non va proprio giù. Che il corpo ad un certo punto smette di respirare e diventa polvere, non mi piace neanche un po'. Io voglio restare sempre bambino e voglio che tu rimanga sempre come sei adesso"
A Biancaneve è mancato il respiro.
Perchè lo sa bene che è la natura, che la vita è fatta così e che quello della morte è un passaggio obbligato, ma alla fine, questa cosa non va giù neanche a lei.