martedì 10 luglio 2012

Per rilassarsi, ci vuole proprio una settimana al mare

Biancaneve ricorda una vacanza al mare in inverno di qualche anno fa. Era dicembre.
Un regalo che Biancaneve e l'Orco si erano fatti in occasione di un importante traguardo di studio.
Biancaneve rammenta un lungo volo e una settimana pazzesca di relax, chiacchierate, immersioni subacquee, letture sulla spiaggia bianca e il mare più colorato che abbia mai visto. 
Una settimana in paradiso, insomma. 
La settimana scorsa tutta la famiglia ha preso la solita carrozza e si è trasferita al mare, in un bungalow all'interno di un grande campeggio.
Bello, andare in vacanza. Più bello sarebbe andare in vacanza con una baby sitter.
La prima cosa impegnativa sono i bagagli: una volta Biancaneve e l'Orco viaggiavano leggeri, uno zaino o un trolley a testa bastavano per delle settimane, mentre adesso nel bagagliaio ci devono stare tre trolley e un borsone. E un passeggino. E qualche sacchetto.
Eh sì, perchè oltre al cambio dei vestiti, già piuttosto consistente, ci sono altri articoli che mai si sarebbe pensato -in altri tempi- di portare in vacanza, tipo palette e secchiello, matite colorate, alcune stoviglie di plastica, biberon, oggetti vari per la nanna (l'orso Pilù, la bambola Clara, la Bimba), pannolini di varie misure, farmaci in caso di bisogno.
Poi c'è il viaggio in sè. Quattro ore di viaggio in auto possono risultare faticose, c'è sempre qualcuno che si lamenta, che ha fame, che ha sete, che deve fare pipì, che vuole scendere. Che canta a più non posso un ritornello ripetitivo. Che piange. O peggio ancora, che vomita (nonostante chewingum e pastiglie varie). Quindi l'ideale è il viaggio dopo cena, quando la stanchezza della giornata e il buio hanno la meglio e i bambini si addormentano.
Una volta arrivati bisogna disfare tutti i bagagli cercando di tenerli buoni, sedare la loro necessità di esplorazione a tutti i costi cercando di evitare cose fastidiose o pericolose tipo la bombola del gas, cespugli di rose con le spine, animali di vario genere, prese della corrente inesplorate e chi più ne ha più ne metta.
Fino a quando si decide di andare in spiaggia. E allora son dolori.
Bisogna chiamarli tante volte, ma tante, per mettere la crema e il costume. Solo che mentre metti la crema a uno e il costume ad un altro, il terzo scappa per riprendere la sua attività di giovane marmotta.
Bisogna ricordarsi i giochi da spiaggia, l'acqua, gli accappatoi, i costumi di ricambio, altra crema, gli occhiali, i cappellini, che non serviranno, ma sai già che se ti dimentichi qualcosa è la volta buona che la tal cosa era indispensabile. La macchina fotografica e un libro per mamma e papà (ah ah ah, il libro, che ridere!).
Giunti in spiaggia, Cappuccetto Rosso lascia le ciabatte vicino all'ombrellone e si tuffa nel mare, dove rimarrà fino all'ora di rientrare al bungalow.  Il Piccolo Orco scava profondissime buche e fa castelli di sabbia. Pollicina invece va in giro: si alza, si siede, prende l'innaffiatoio rosso e trotterella per tutta la spiaggia senza sosta. Si rialza e si risiede, e riparte. Per un paio d'ore. Ogni tanto fa capire di voler fare il bagno, ma poi esce dall'acqua e riprende il suo instancabile pellegrinaggio.
A casa doccia per tutti, per diminuire la quantità di sabbia rimasta adesa ai bambini.
Poi bisogna convincere le bambine a fare un pisolino, e da metà pomeriggio ricomincia tutto daccapo, crema, costume, borsa da spiaggia, bagno o inseguimento di Pollicina.
E poi nuovamente doccia. E cena.
Per il dopocena quest'anno il Castello ha sperimentato la "baby dance",  quell'attività serale per i bambini in cui tutti i bambini ballano tranne Cappuccetto Rosso e il Piccolo Orco, che, vinti dalla timidezza, se ne stanno sul palco fermi immobili facendo facce strane.
E poi, finalmente, nanna.
Biancaneve e l'Orco a questo punto vorrebbero scambiare due parole sulla veranda, ma non ce la fanno. Crollano addormentati sul letto del bungalow, accompagnati da qualche insetto e da parecchi granelli di sabbia.

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