Cara Pollicina, adesso ti sei finalmente appisolata, dopo quattro risvegli notturni a causa del respiro gorgogliante. Stamattina non ne volevi sapere di stare sul tuo tappeto, quello azzurro e morbido di Dumbo che in realtà era in cameretta, ma da quando vuoi stare per terra accompagna i tuoi rotolamenti in attesa che tu gattoni. Mi capita di domandarmi come sarai, perchè dei tuoi fratelli oramai so tante cose e posso intuirli anche fra qualche anno, mentre tu sei ancora un mistero. Sei quella che più mi somiglia, nel tuo aspetto rivedo un po' il mio, sembri pacifica, allegra e buona, quando sorridi senza neanche un dente ti trovo meravigliosa, adesso ti stanno anche ricrescendo i capelli dopo la fase pelata. E profumi ancora di bambina piccola. Talmente coccolona che se nessuno ti coccola, ti coccoli tu da sola con il tuo ciuccio.
Chissà se ti piace essere la terzogenita. Io sono una figlia unica e non so che cosa voglia dire avere due fratelli; forse il tuo spazio non è quello che vorresti, non hai il privilegio di usare un gioco o un vestito per prima, non sai che cosa sia il silenzio, ma forse non te ne accorgi un po' perchè sei piccina e un po' perchè sola non sei mai stata.
Forse avresti preferito un'altra casa, meno caotica e rumorosa, avresti preferito mangiare e dormire con i tuoi ritmi e non con quelli imposti dal resto della famiglia, avresti preferito avere una mamma e un papà tutti per te, pronti ad accorrere al tuo richiamo, a giocare con te in ogni momento libero.
Invece hai trovato noi, caotici e rumorosi, stanchi e a volte poco pazienti.
E allora volevo ricordarti che noi, seppur qualche volta distratti e travolti dagli eventi, ti amiamo, e non riusciamo a ricordarci come fosse possibile la vita quando non c'eri.
La tua mamma
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