giovedì 5 settembre 2013

Una tortura cinese

Quest'estate gli abitanti del Castello sono stati fortunati, sono riusciti a passare due settimane al mare e poi, in agosto, due settimane in montagna, nella vecchia casetta dei Nonni Principi; al mare sono stati all'inizio di luglio, quando ancora c'era bisogno di riposare dalla scuola, dal lavoro e da tutta la routine quotidiana, per cui la vacanza è stata proprio del tipo relax-non mi muovo se proprio non sono costretto.
Tornati dal mare i bambini grandi hanno frequentato un centro estivo in piscina, e tornavano a casa talmente cotti alle cinque e mezza, che era impossibile organizzare qualcosa di serio.
Per cui, nel bagaglio della montagna, tra felpe, calzoncini, carte da gioco e peluches per la nanna c'erano anche i compiti del Piccolo Orco.
Ovvero, una bomba a mano pronta a scagliarsi su tutta la famiglia.
Sì, perché il Piccolo Orco ne ha fatto una questione di stato, una tragedia, un dramma.
Dopo circa un mese e mezzo dalla fine della scuola, non sapeva più tenere in mano la matita, figuriamoci fare le sottrazioni o scrivere in corsivo!
Allora, ogni giorno, con una pazienza certosina, subito dopo pranzo Biancaneve o l'Orco raccattavano il libro delle vacanze e il figlio maggiore, si sedevano al tavolo e cercavano di fare qualche pagina, all'inizio con enorme fatica.
Lui, il piccolo screanzato, proprio non voleva saperne, e tentava in tutti i modi di svicolare.
"Mi fa male la testa, non trovo la matita, il gomito mi fa contatto con il ginocchio" eccetera.
Alla fine si è rassegnato, ma ha continuato fino all'ultimo a opporre resistenza, e a trovare qualche difficoltà.

Esempio: per completare una frase, doveva scrivere "sciarpa".
Impugna la matita come se fosse un piccone e scrive. "Scarpa"
"No, Piccolo Orco, manca la i"
Allora lui corregge e scrive "sicarpa".
"Hai scritto sicarpa. Credo tu abbia sbagliato qualcosa. Senti bene come si pronuncia: s-c-i-a-r-p-a"
Scrive. "Siarpa".
"Eh, ma allora proprio non ci siamo!"
"No, non ci siamo perché io proprio non vorrei esserci, qua a fare i compiti"

Secondo esempio: ripasso dei mesi e dei giorni della settimana.
"Lunedì, martedì, mercoledì..." -elenca la mamma- "te li ricordi?"
"Sì"
"Qual è il primo giorno della settimana?"
"Dicembre" risponde lui candidamente.
"Non ce la posso fare" pensa Biancaneve, decidendo, che, dopotutto, i giorni della settimana non sono così importanti.