domenica 25 marzo 2012

Stanchezza

La scorsa settimana sono stata assente.
Assente dal blog, da twitter, da internet, dal telefono.
Il fatto è che l'Orco è andato a Firenze per un corso che inseguiva da quattro anni, un corso utile per la sua professione, bello ed interessante; è partito domenica pomeriggio ed è tornato giovedì a mezzanotte, e per recuperare il tempo perduto al lavoro è stato messo di turno anche ieri e lo è anche stanotte.
Per me è stata una settimana difficile, da sola con i bambini tutte le mattine e tutte le sere: certe volte tre mi sembrano pochi, ma altre mi sembrano tanti, più di quanti ne riesca a gestire da sola.
Tanto che a tratti sono stata proprio preoccupata, scorata e con le lacrime in tasca, mi sono scappate urla e grida come se fossi matta, come se non fossi io, come se proprio non sapessi che cos'altro fare.
Cappuccetto Rosso di solito al mattino è brava, mangia, cerca di lavarsi e di vestirsi da sola, invece questa settimana ha fatto capricci per i biscotti, per le mutande da mettere, per la maglietta, per le calze e quant'altro. Non parliamo del pomeriggio e della sera.
Il Piccolo Orco non è stato molto diverso dal solito, quindi sempre piuttosto difficile, soprattutto al mattino, e Pollicina ha continuato con le sue notti persecutorie ricche di risvegli.
Arrivavo alla sera stanca, di quella stanchezza che ti fa ritrovare alle otto di sera senza energia e con una grande preoccupazione per l'indomani.
La cosa che trovo davvero difficile è farmi ascoltare dai bambini, invidio davvero tanto tanto quelle mamme che dicono ai loro figli, per esempio, "non toccare" e quelli ritirano subito la mano. Per me non è così, ed è devastante dover ripetere sempre le stesse cose, dieci, venti, cento volte. E ancora non sembrano sufficienti.
La stessa cosa vale per il lavoro, sempre le stesse cose cento volte al giorno. Con la sensazione spesso di non essere compresa.
Ecco. Scusate lo sfogo. Mi ci vorrebbe qualche giorno di riposo.
Biancaneve

domenica 18 marzo 2012

Maschi arrabbiati

Biancaneve è in macchina col Piccolo Orco, stanno andando a fare il richiamo della vaccinazione.
"Mamma, ma Yogi e Bubu sono sempre arrabbiati?"
"No, non mi sembra che siano sempre arrabbiati, anzi, mi pare che sorridano sempre"
"Mmmmh"
"Perchè? Conosci qualcuno che è sempre arrabbiato?"
"Sì, io e il papà siamo spesso arrabbiati. Io sono arrabbiato perchè lui mi sgrida sempre e lui è arrabbiato perche io non lo ascolto"
"Allora sarebbe facile non arrabbiarsi, basterebbe ascoltare un po' di più quello che dicono la mamma e il papà"
"Invece non è per niente facile. Adesso te l'ho detto"
"Sgrunt" ha pensato Biancaneve. Il compromesso con i maschi non è mai una roba facile.

venerdì 9 marzo 2012

Il numero perfetto

Biancaneve ha sempre desiderato avere tanti figli: quando era bambina, da brava figlia unica, sognava di avere cinque figli, tre maschi e due femmine.
Quando aveva ventisei anni, dopo la fine di un grande amore pensava -con il proverbiale ottimismo che la contraddistingueva- che di figli non ne avrebbe avuto neanche uno e che sarebbe morta divorata da un pastore alsaziano (come diceva Bridget Jones) senza che nessuno se ne accorgesse.
Poi ha incontrato l'Orco. Che a quel tempo era meno orco di adesso. E subito ha pensato che sarebbe stato bello avere delle creature che fossero un po' lei e un po' lui.
Così dopo un viaggio di qua, uno di là e un po' di vita insieme Biancaneve e l'Orco hanno deciso di tentare la sorte.
"E se provassimo ad avere un bambino?"
"E se non ci riuscissimo?"
"Ne adotteremo uno, o magari due"
Invece è bastato guardarsi da vicino e i bambini sono arrivati, tutti e tre, in fretta.
Da qualche tempo Biancaneve pensa che se al Castello si sta in cinque, ci si potrebbe stare anche in sei, e ogni tanto fa gli occhi dolci all'Orco, il quale, durissimo sulle sue posizioni, non vuole neanche sentirne parlare. "Ma sei pazza? non ci penso neanche! Un'altra gravidanza con la paura che qualcosa possa andare storto, un altro ritardo sui nostri progetti di vita normale, no no."
Insomma, l'Orco ha abolito la parola "quarto" dal vocabolario.
Biancaneve qualche tempo fa ha avuto alcuni giorni di ritardo, cosa mai successa prima. Per un giorno e una notte ha pensato che forse il quarto sarebbe arrivato.
Ed ha avuto paura.
E' stata sveglia per una notte intera a pensare che forse non era così contenta, che una gravidanza a quarant'anni è pericolosa, che il rischio di un bambino prematuro sarebbe stato elevato viste le ultime due gravidanze. A pensare che non avrebbe fatto in tempo a riprendersi dalle notti insonni di Pollicina che sarebbe stata ora di allattare un altro neonato, uno che piange tanto, mangia continuamente e fa tantissima cacca. A pensare che qualche volta il silenzio è piacevole. Si sarebbe dovuta comprare un'altra macchina.
E tutto sommato ha pensato di non sentirsela. Tre bambini vanno benissimo.
Allora forse è giunto il momento di tormentare l'Orco per qualche altra cosa.

martedì 6 marzo 2012

Lady Killer

A letto, dopo la favola ma prima di chiudere gli occhi.
"Mamma, accendi un attimo la luce" dice il Piccolo Orco.
Biancaneve accende la luce in cameretta. "Cosa c'è?"
"Guarda, lassù sul muro vicino alla finestra c'è un ragno".
"Domani lo mandiamo fuori".
"Nella nostra casa c'è sempre qualche insetto, un ragno, una cimice o qualche insetto" osserva lui.
"Ci penso io" -ribatte Cappuccetto Rosso- " gli insetti e soprattutto le zimizi li schiazzo io con le mie scarpe ortopediche".
Cappuccetto Rosso, quella che fa le coccole a tutti quelli che piangono. Ha identificato con gli insetti il suo nemico numero uno.

venerdì 2 marzo 2012

Romantico

L'altroieri è stata un'altra giornata impegnativa per Biancaneve e il Piccolo Orco.
Biancaneve è uscita prestissimo dal lavoro, ha mangiato un panino preparato al mattino in macchina e si è precipitata  a prendere il Piccolo Orco all'una perchè doveva portarlo a fare una visita dall'otorino.
E' stato bravissimo, ma talmente bravo che Biancaneve quasi non ci credeva e gli ha regalato un pomeriggio speciale.
Mamma e figlio sono andati un po' a spasso, sono andati a fare una merenda anticipata in pasticceria, a fare una passeggiata, a vedere dove abitavano Biancaneve e l'Orco prima di arrivare al Castello, e alla fine in una libreria per bambini dove è passata un'ora senza che se ne accorgessero. Usciti dalla libreria con un sacchetto carico di libri sono rimontati in auto per arrivare a casa dove l'Orco e Cappuccetto Rosso erano in impaziente attesa, pronti per andare in piscina.
Dopo la piscina tutta la famiglia si è data appuntamento davanti alla pizzeria prediletta, Biancaneve e Pollicina aspettavano gli altri nel parcheggio e quando sono arrivati il Piccolo Orco è sceso, è corso ad abbracciare la mamma e guardando il cielo ormai buio le ha detto: "Mamma, guarda, c'è una luna bellissima, e io vorrei regalartela". Una delle cose più belle che Biancaneve abbia mai sentito.

giovedì 1 marzo 2012

Una giorno di ordinaria follia

Sabato l'Orco ha lavorato tutto il giorno, mentre Biancaneve era a casa con i bambini (quindi in un certo senso lavorava anche lei).
Al mattino ha sentito la mamma di un amico del Piccolo Orco che le ha detto che sarebbe andata all'Ikea con i figli.
Biancaneve ha avuto un mancamento al solo pensiero di andare all'Ikea con i bambini, ma poi si è detta: "E io chi sono per non riuscire ad andare da qualche parte con i bambini?" e allora ha raccolto tutto il suo coraggio, li ha lavati e vestiti tutti e tre, li ha caricati in macchina ed è partita per una lunga -lunghissima- giornata.
Qualche giorno prima aveva comprato nel centro commerciale a metà tra il Castello e il lavoro un maglioncino al Piccolo Orco, che però era piccolo, e allora tutta la truppa è andata al centro commerciale a sostituire il maglione con uno più grande.
Biancaneve è riuscita a convincerli ad andare in un negozio promettendo loro di andare in seguito in un grande parco cittadino che adorano, perchè ci sono un po' di giochi, c'è tanto spazio, e addirittura due laghetti con gli animali.
Al centro commerciale sono stati bravissimi, quindi usciti da lì Biancaneve li ha portati al parco, dove ha iniziato a perdere un po' della sua pazienza, visto che una voleva andare sull'altalena, l'altra pure e l'altro ancora non voleva più andare via.
Ha chiesto ai nonni Principi se potessero occuparsi di Pollicina per portare il Piccolo Orco e Cappuccetto Rosso a vedere uno spettacolo teatrale in un centro ricreativo vicino a casa, ma nel frattempo i bambini hanno incontrato i piccoli vicini di casa che insieme alla loro mamma stavano per andare all'Ikea a mangiare, e allora, udite udite, Biancaneve si è lasciata convincere a fare una cosa così folle come portare i suoi bambini grandi all'Ikea, luogo della più sfrenata perdizione.
Mentre era in macchina verso il casermone gialloblu Biancaneve pensava: "No, come ho potuto lasciarmi convincere, sono ancora in tempo, adesso torniamo indietro"
Invece dopo un quarto d'ora si è ritrovata nel parcheggio dell'Ikea.
E lì sono cominciati i guai. Il Piccolo Orco e Cappuccetto Rosso non erano mai stati all'Ikea, che deve essere sembrata loro il paese di bengodi, giochi, ghiochini e giochetti ovunque, al self service hanno fatto scene tremende, pianti, urla feroci, corse a perdifiato, toccacciamenti qua e là dei cibi esposti, dei vetri, dei carrelli, dei bicchieri, si sono appesi come Tarzan e Cita al corrimano della fila per pagare.
Biancaneve era ubriaca. Dopo pranzo c'è stato il giro nella parte del magazzino vicina al self service, purtroppo quella dei giochi, e lì i bambini sparivano, correvano e gridavano ancora di più, travolti dal desiderio di acchiappare almeno due o tre oggetti per mano; alla fine Biancaneve ha ceduto per sfinimento e ha concesso un bambolotto africano a Cappuccetto Rosso e un pipistrello al Piccolo Orco (la solita creatura crepuscolare).
Alla cassa automatica, mentre stava pagando, Biancaneve per un attimo li ha persi di vista e ha temuto il peggio, che qualcuno li avesse rapiti e portati nella casetta di marzapane o avessero seguito il pifferaio magico nelle viscere di una montagna; poi sono ricomparsi, anticipati dai consueti schiamazzi.
Non paga di tutto ciò tornando a casa Biancaneve li ha portati a mangiare un gelato, li ha visti colorarsi gli angoli di vestiti rimasti puliti fino a quel momento di marrone-cioccolato e di giallo-mango; dopodiché ha tentato di renderli presentabili e li ha portati dai nonni a recuperare la sorellina e poi al Castello, dove sono finiti nella vasca da bagno senza passare dal via, ma uno alla volta perchè almeno in bagno non litigassero.
A quel punto Biancaneve si è sentita autorizzata ad accendere i cartoni in attesa dell'Orco, mentre preparava la cena costantemente accompagnata dalla fame nerissima di Pollicina ("pappa, pappa, cucina, mamma, pappa").
Poi, finalmente, l'Orco è tornato a casa.